Dove andiamo oggi? Preparatevi, perché partiremo alla scoperta dell’Arena di Verona, il monumento simbolo della città e meraviglioso anfiteatro all’aperto della musica lirica, situato in Piazza Brà. In questo luogo ancora oggi è possibile assistere a numerosi eventi e concerti, sia di musica moderna, sia di musica lirica.
Facciamo un po’ di storia: la prima edizione del festival lirico risale al 10 agosto 1913 con la celebre Aida del compositore Giuseppe Verdi. Da quell’anno, ogni estate si rinnova la magia delle opere in cartellone: dalla Traviata, all’Aida, passando per Il Trovatore, la Tosca e la Carmen che si alternano nelle varie edizioni insieme a Turandot, Rigoletto, Madama Butterfly e La Bohème.
Su questo palcoscenico si sono esibiti i più grandi cantanti lirici della storia: dalla divina Maria Callas a Mario del Monaco, da Luciano Pavarotti a Katia Ricciarelli, Josè Carreras, Placido Domingo insieme a talentuosi ballerini e grandi scenografi come il maestro Zeffirelli.
Probabilmente edificata intorno al I secolo, secondo una architettura tipicamente dell’antica Roma, non si hanno testimonianze certe sul numero di spettacoli organizzati all’epoca. I primi giochi o “ludi”, sono andati in scena all’epoca di Plinio il Giovane, unico che ne riporta una testimonianza scritta in una lettera. La struttura dell’Arena di Verona, era ideale per combattimenti, prove di forza e celebrazioni funerarie, dall’epoca flavia (II secolo) fino al Medioevo.
Solo successivamente, nel 1822, l’anfiteatro fu il luogo adibito ad opere musicali, con il compositore Gioacchino Rossini come protagonista. Ci sono voluti alcuni anni affinché la destinazione d’uso della struttura divenne prevalentemente lirica. I primi successi, però, sono datati inizio Novecento, con le opere di Verdi come l’Aida, trasformando l’Arena di Verona nel più grande teatro lirico all’aperto nel mondo. Ancora oggi, infatti, in diversi Paesi del mondo, questo monumento è riconosciuto come la “patria” della lirica.
Negli anni più recenti, il luogo è stato adibito per concerti di moltissimi artisti internazionali, riprese televisive, eventi culturali, videoclip musicali, programmi tv organizzati.
Verona e i dintorni danno spazio al racconto di diverse leggende e curiosità, di qualsiasi genere. Dal cibo alle chiese, dalla storia di Giulietta e Romeo, ai locali storici delle varie piazze veronesi. Ecco qualche simpatica curiosità sull’Arena di Verona.
Sapete cosa sono i Mocoleti? Dal dialetto veronese, sono “l’ultimo pezzo delle candele di cera” che fin dalla prima edizione degli spettacoli lirici, venivano portate dal pubblico per leggere il libretto dell’opera in scena. Oggi come allora, durante la stagione lirica che si tiene ogni anno, si rivive l’emozionante rito dell’accensione delle candeline.
La struttura, realizzata in pietra calcarea di colore rossiccio, presenta una geometria ovalizzata di 152×123 metri. Internamente, ha una larghezza di circa 40 metri, e il pubblico sta seduto su 45 gradoni di 45 cm di altezza. Al centro, si trova l’arena vera e propria, ovvero lo spazio in cui avvenivano i combattimenti e dove oggi viene posizionato il palco per i concerti. Anticamente, erano presenti delle reti abbastanza alte che separavano la zona centrale dei combattimenti con gli spalti, per mantenere integra la sicurezza dei combattenti.
L’edificio che si vede oggi era in origine più grande, ma un terremoto ha causato la caduta del terzo giro esterno di colonnato. Nonostante ciò, prevale una forte emozione se si pensa che si sta osservando un opera monumentale risalente a duemila anni fa, dove hanno combattuto i gladiatori romani e dove si sono scritte le più belle pagine dell’opera lirica mondiale.
Un’altra leggenda dell’Arena di Verona corrisponde ad un episodio tra un ricco signore carcerato e il demonio, il quale propose all’uomo un modo per fuggire dalla sua condanna. Il diavolo comparve al recluso la sera prima della sua esecuzione e, vistolo disperato, gli suggerì un modo per evitare la condanna a morte. Avrebbe dovuto costruire un grande teatro per la città in una notte. L’opera, ovviamente, era impossibile tranne che con l’aiuto di un esercito di demoni che il diavolo mise a disposizione in cambio dell’anima dell’uomo.
Sempre più nella disperazione, il carcerato pregò la Vergine Maria in maniera molto intensa e con forte fede, per salvarsi intanto che i lavori proseguivano. Quando il teatro stava per essere eretto, a poche pietre dalla fine, si udirono le campane dell’Angelus, fatte suonare di nascosto dagli angeli del Paradiso. In quell’istante tutti i demoni sprofondarono verso l’Inferno, non riuscendo ad ultimare l’opera e conquistare l’anima del condannato. Quest’ultimo venne salvato dalla sua preghiera convinta nei confronti della Vergine e la città ebbe, così, quanto ambito: l’Arena di Verona.
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